martedì 21 aprile 2020

Davvero il governo italiano aveva un "piano segreto" per fronteggiare l'epidemia?

Nella prima decade di febbraio girava questo spot del Ministero della Salute sul nuovo coronavirus. In cui, con tono tranquillizzante, si dice testualmente: "non è affatto facile il contagio".



Oggi apprendiamo (da "Corriere della Sera" e "Repubblica", non da sconosciuti siti sovranisti - metto i link nei commenti) che ancora a gennaio il medesimo Ministero della Salute aveva prefigurato uno scenario così catastrofico da essere "secretato" per "non spaventare la popolazione": si prevedevano tra i 600mila e gli 800mila morti senza misure di contenimento.
Poi, però, si è aspettato fino all'inizio di marzo per mettere in campo, appunto, le misure di contenimento.
Credo che sarà necessario ricostruire con attenzione la cronologia dei fatti - partendo dalla "desecretazione" del "piano secretato" - per mettere in luce le varie responsabilità.

mercoledì 15 aprile 2020

Sulla proposta del prof. Burioni per "riaprire l'Italia".

Non contento di aver inanellato, come tutti, la sua dose di errori (del resto, da quando la medicina è una scienza esatta?), e ciò soprattutto all'inizio, quando era decisivo essere lungimiranti e suggerire le mosse giuste, il prof. Burioni, evidentemente e misteriosamente persuaso di aver nel frattempo acquisito il dono dell'infallibilità, avanza la sua proposta per "riaprire l'Italia".
Oltre ad alcune cose condivisibili, propone l'istituzione di una struttura tecnica che avrebbe anche le seguenti prerogative (cito testualmente, aggiungo solo le maiuscole):
"4) MANDATO LEGALE di proporre in modo tempestivo e POSSIBILMENTE VINCOLANTE provvedimenti flessibili in risposta a segnali di ritorno del virus, tra cui forme di isolamento sociale (sospensione di attività, eventi sportivi, scuole, ecc…); GESTIONE DI INFETTI E CONTATTI (implementata anche attraverso l’uso di appropriate tecnologie come smart phones, apps, etc come già sperimentato a Singapore ed in Corea), potenziamento di specifiche strutture sanitarie.
5) CONDIVISIONE DELLA STRATEGIA COMUNICATIVA con l’Ordine dei Giornalisti e i maggiori quotidiani a tiratura nazionale, nonché le principali testate radio-televisive pubbliche e private per evitare i danni potenziali sia dell’allarmismo esagerato che della sottovalutazione facilona o addirittura negazionista (utilizzando anche l’esperienza sul campo nel rapporto medico-paziente)
".

Quindi, per dirlo in parole povere: "pieni poteri" ai medici - che notoriamente non sbagliano mai... - e "veline" su cosa è giusto scrivere o trasmettere e cosa no - con buona pace per la libertà di stampa, presidio di quella democrazia che l'Italia dovrebbe ancora essere.
Perfavore, ve lo chiedo in ginocchio: facciamo tornare in campo la politica, quella fatta dai rappresentanti democraticamente eletti e perciò responsabili delle scelte che fanno.
E ricollochiamo i prof. Burioni nei posti che loro competono, ovvero in laboratorio a fare ricerca e in cattedra ad insegnare medicina (scienza fondamentale, importantissima, decisiva, chi lo nega, ma a cui è purtroppo estraneo il principio di infallibilità).
Chiosa finale: se l'Ordine dei Giornalisti dovesse prestarsi ad una proposta del genere, ravviserei, per la prima volta, una vera ragione per essere d'accordo con chi, da tempo, ne richiede l'abolizione (argomento che mi ha sempre lasciato piuttosto "freddo").


sabato 11 aprile 2020

Fact checking: ma chi ha approvato il MES?

Premessa

La conferenza stampa del Presidente del Consiglio Conte di ieri sera ha incendiato le polemiche che si trascinano da mesi intorno al tema del Meccanismo Europeo di Stabilità.
Conte ha sottolineato come il Mes esista fin dal 2012, e che pertanto le accuse che gli sono state mosse dall'opposizione di aver "firmato", l'altra sera, il Mes sono delle "menzogne". Nella foga, per di più, Giuseppe Conte - sbagliandosi - ha detto che all'epoca dell'approvazione del Mes Giorgia Meloni era ministro.
Le accuse mosse mosse da Conte in diretta tv a Salvini e Meloni hanno causato la reazione veemente dell'opposizione.

Ma come stanno le cose?

Cerchiamo di fare un po' di ordine.
Il MES (acronimo di Meccanismo Europeo di Stabilità) è il meccanismo permanente di stabilità dell'area euro, che ha affiancato e poi sostituito gli strumenti transitori di stabilizzazione finanziaria (European financial stabilisation mechanism, EFSM, e European financial stability facility, EFSF) che erano istituiti originariamente per 3 anni (fino al 31 dicembre 2012), e poi prorogati fino al 30 giugno 2013.
Nel 2011, durante il governo Berlusconi (di cui Giorgia Meloni era ministro), fu approvata l'aggiunta di un paragrafo all'art. 136 del Trattato sul Funzionamento dell'Unione Europea.
Questo il testo: "Gli Stati membri la cui moneta è l'euro POSSONO istituire un meccanismo di stabilità da attivare ove indispensabile per salvaguardare la stabilità della zona euro nel suo insieme. La concessione di qualsiasi assistenza finanziaria necessaria nell'ambito del meccanismo sarà soggetta a una rigorosa condizionalità".
Quindi il governo Berlusconi approvò la POSSIBILITÀ di creare il Mes. I cui contenuti concreti erano, però, tutti da negoziare.


A cosa serviva questa clausola?

Serviva a dare una base giuridica al Mes inteso come meccanismo di stabilità anche su base intergovernativa, e quindi, ove ritenuto necessario, svincolato dal c.d. "metodo comunitario". Che fu poi la soluzione adottata. 
Per quanto riguarda il Mes, infatti, non è previsto alcun potere di proposta e/o di consultazione per la Commissione europea e per il Parlamento europeo. Inoltre, non è previsto alcun intervento diretto del bilancio UE, perchè il Mes è finanziato da contributi degli Stati membri interessati sotto forma di prestiti e garanzie.
Insomma, il Mes c'entra con l'UE, non si può negarlo, ma solo perchè i suoi Stati membri sono tutti membri dell'UE (e dell'euro). E funziona con regole tutte sue.

Quali regole?

Quelle che sono state definite con il trattato istitutivo del Mes vero e proprio (48 articoli), che è stato approvato il 2 febbraio 2012, ed è stato ratificato dal Parlamento italiano il 23 luglio 2012. Chi era, in entrambi i casi, Presidente del Consiglio? Mario Monti. E Giorgia Meloni non era più ministro*.

Già, perché nel frattempo Berlusconi, nel novembre 2011, era stato costretto a dimettersi, avendo perso la maggioranza nel bel mezzo (o, se preferite, a causa) della "battaglia dello spread".

Si può dire dunque che chi ha lavorato sul MES è stato il Governo Berlusconi e invece dopo 10 settimane è stato firmato dal Governo Monti?

Solo in parte. Solo in parte!
Certo, chi ha aperto alla possibilità del Mes è stato il governo Berlusconi, con ministro dell'economia Giulio Tremonti. Governo che poi è stato tolto di mezzo forzatamente con la battaglia dello "spread". Dopodiché è stato messo in sella il governo Monti, che ha approvato QUESTO Mes. 

Quale è la differenza tra il meccanismo di stabilità che aveva in mente Tremonti (almeno in base alle intenzioni espresse a suo tempo) e quello che è stato approvato? 

Che il meccanismo di stabilità della zona euro che aveva in mente Tremonti doveva essere la base per gli eurobond
Mentre il Mes che è stato approvato è esattamente il contrario (come ha chiarito lo stesso Giuseppe Conte nella sua conferenza stampa di ieri sera).

* Per completezza, Giorgia Meloni risultò assente anche alla votazione sul Mes in Parlamento. Considerata l'importanza dell'argomento, una chiara dimostrazione di dissenso. 

martedì 7 aprile 2020

Se Boris Johnson sta male, chi comanda in Gran Bretagna?

La domanda è tutt'altro che banale, visto che nel Regno Unito manca un meccanismo codificato di "supplenza" in caso di incapacità del premier.

E poche volte, nella storia britannica, si sono presentati episodi simili di impedimento temporaneo del premier, che possano servire da guida come precedente.

Nel 1953 Churchill ebbe un ictus, ma la cosa venne tenuta segreta anche a molti degli altri ministri (!).

Più di recente, invece, Tony Blair fu operato un paio di volte al cuore quando era in carica, ma si trattò di assenze molto brevi.

Per adesso Boris Johnson ha formalmente nominato come suo "supplente", ma solo in caso di necessità, Dominic Raab, titolare del Foregn Office, il Ministero degli Esteri britannico. Un messaggio inviato soprattutto all'esterno. E formulato in modo da lasciare intendere che in realtà il premier, anche se fisicamente ricoverato, non è completamente impedito nello svolgimento dell'incarico.

lunedì 6 aprile 2020

Come fare una mascherina di emergenza in 30 secondi

Uno dei misteri più oscuri della pandemia da coronavirus riguarda sicuramente l'utilizzo delle mascherine.
Per settimane ci hanno detto che sono inutili per chi non è ammalato.
Ora cominciano a moltiplicarsi i provvedimenti in cui è reso addirittura obbligatorio coprirsi il volto per accedere a luoghi pubblici o aperti al pubblico.
Resta il fatto che le mascherine scarseggiano ed è difficile procurarsele.
Niente paura! 
In questo tutorial, il Surgeon General degli Stati Uniti, il contrammiraglio dott. Jerome Adams, spiega come è possibile procurarsi una copertura di emergenza del volto in 30 secondi, utilizzando una sciarpa, una bandana o una maglietta, e due elastici.





Aborto e armi, due sentenze che scuotono l’ordine (e la tracotanza) liberal

Due vittorie personali di Trump, reazioni isteriche dei progressisti. Non abolito il “diritto” ad abortire, la materia restituita agli Stati...