domenica 17 gennaio 2021

Piccolo atlante settimanale #1

11 gennaio - Stati Uniti - La Corte Suprema si chiama fuori

La Corte Suprema decide di non pronunciarsi prima dell'insediamento di Biden sui ricorsi di Trump & Co. contro i risultati elettorali. Se mai si pronuncerà.

Così facendo, la Corte Suprema ha ribadito, una volta per tutte, il proprio ruolo di "guardiano del sistema". Proprio quel sistema che Trump voleva abbattere politicamente.

Della serie: caro Donald, i Presidenti cambiano, ma il sistema deve restare. Se potrai candidarti, ritenta nel 2024, sarai più fortunato.


12 gennaio - Stati Uniti (ma non solo) e social media - Un po' di strategia

A proposito della censura di massa imposta dai giganti dei social media (Big Tech) a Donald Trump e al suo mondo, da tenere a mente questo tweet di Edward Luttwak, uno che di strategia se ne intende:




12 e 13 gennaio - Stati Uniti - Un po' di scienza

Due notizie ci dicono che il futuro è già tra noi, e solleva interrogativi etici non da poco.

La prima: gli scienziati sono riusciti a creare gli "assembloidi", ovvero mini repliche in vitro, "funzionanti", del sistema nervoso umano. E, forse, hanno trovato il modo di trasferire dati dai computer a cellule viventi. Leggere per credere.

Quale sarà il prossimo passo?


13 gennaio - Italia - Se siete perplessi sulla crisi di governo...

... ricordatevi che siamo ancora tutti in attesa che Matteo Renzi mantenga l'impegno - solennemente pronunciato in Parlamento - di lasciare la politica.

Se non ve lo ricordate (ma sono sicuro che non lo avete dimenticato), ecco qui:



15 gennaio - Italia - Cose che non succedono spesso

La Corte costituzionale italiana ha sollevato questione di costituzionalità davanti a se stessa del primo comma dell’articolo 262 del Codice civile, che, in caso di riconoscimento contemporaneo da parte di entrambi i genitori del figlio nato fuori del matrimonio, stabilisce come regola l’assegnazione del solo cognome paterno.

Vedremo cosa deciderà.

Si profila una decisione che farà rumore, sia per l'argomento, sia per le modalità "a gamba tesa" con cui la Consulta ha deciso di affrontarlo.


15 gennaio - Stati Uniti e mondo - Cosa mai potrà andare storto?

Biden ha nominato Samantha Power amministratrice di USAID - United States Agency for International Development, elevando il ruolo a membro del Consiglio di Sicurezza Nazionale della Casa Bianca.

L'USAID è l'agenzia che ufficialmente si occupa, all'estero, di assistenza allo sviluppo e umanitaria. Ma che, meno ufficialmente, è stata anche l'"ombrello" per rischiosi e mal riusciti tentativi di regime change, ad esempio a Cuba, durante il primo mandato Obama, quando Segretario di Stato era Hillary Clinton.

Già ambasciatrice degli Stati Uniti presso le Nazioni Unite durante il secondo mandato Obama, Samantha Power in precedenza, insieme, ovviamente, a Hillary Clinton e Susan Rice, era stata tra i principali sostenitori dell'intervento in Libia nel 2011.

Gli effetti disastrosi di tale intervento, e della sanguinosa guerra civile che ne è seguita, sono ancora sotto gli occhi di tutti.

Per Biden, evidentemente, si tratta un titolo di merito, e Samantha Power è la persona giusta per guidare l'USAID. Per cui, ripetiamo la domanda: cosa mai potrà andare storto?


17 gennaio - Stati Uniti e Russia - la prudenza di Mosca

Ma in Russia come hanno commentato l'inaudito assalto al Campidoglio di Washington del 6 gennaio? Sono rattristati per le difficoltà del presunto "amico" Trump, o hanno festeggiato con libagioni di vodka le divisioni in cui si dibatte lo storico rivale geopolitico a stelle e strisce?

In realtà, Mosca non ha dato molto spazio alla notizia. Il perché lo spiega bene Igor Pellicciari su Formiche: oltre alla cautela sul piano internazionale per l'ingresso della nuova amministrazione Biden, pesano i problemi interni, ed in particolare il timore che si possano riaprire stagioni rivoluzionarie che potrebbero mettere a rischio l'intera struttura istituzionale del Paese.

Un passaggio dell'analisi di Pellicciari, in particolare, andrebbe insegnato nelle scuole italiane di ogni ordine e grado, perché qui da noi è tutt'altro che "main stream", e spiega bene il punto di vista di Mosca: "A differenza della Cina, la Russia ha formali ambizioni costituzionali liberal-democratiche e, anche se lo ammette a denti stretti, considera l’esperienza occidentale come un modello teorico da seguire, anche quando lo rende oggetto di forti critiche politiche".

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