domenica 2 novembre 2014

Legge Severino: l'ordinanza del Tar Campania non può aiutare Berlusconi

Qui l'ordinanza del Tar Campania che ha "reintegrato" Luigi De Magistris nelle sue funzioni di Sindaco di Napoli, ed ha spedito la "legge Severino" alla Corte costituzionale.
Dei sette motivi di ricorso proposti da De Magistris contro il provvedimento con cui il Prefetto di Napoli lo aveva sospeso dalla carica di Sindaco di Napoli, il Tar si è occupato solo delle censure di incostituzionalità, ritenendo non manifestamente infondata solo quella relativa all'applicazione retroattiva della legge stessa, entrata in vigore il 5 gennaio 2013 (De Magistris era entrato in carica il 1 giugno 2011).
Il Tar Campania ha ritenuto invece manifestamente infondate le altre censure di costituzionalità sollevate dalla difesa di De Magistris, riguardanti la violazione del principio costituzionale di proporzionalità e ragionevolezza, nonchè un'asserita carenza di delega o un altrettanto asserito eccesso di delega (la c.d. "legge Severino" è, in realtà, un decreto legislativo che deve rispettare i criteri direttivi stabiliti in precedenza dal Parlamento).
Forza Italia ora cerca di strumentalizzare l'ordinanza del Tar Campania per rafforzare la tesi del "complotto" e della "vendetta" contro Berlusconi, che della legge Severino è, finora, la "vittima" più illustre. Ma ha torto.
Berlusconi non può comunque trarre nessun vantaggio diretto dalla sentenza che la Corte costituzionale pronuncerà a seguito del rinvio operato dal Tar Campania; e ciò per il semplice motivo che quando l'ex Cavaliere si candidò per il Senato, nel febbraio 2013, la legge Severino era già in vigore.
Nel caso di Berlusconi, quindi, non c'è stata alcuna applicazione retroattiva della legge Severino. Anche se la Corte costituzionale desse ragione al Tar Campania (e, sul punto, a De Magistris), ciò sarebbe ininfluente per il leader di Forza Italia.
L'unico vincitore è quindi De Magistris. Il suo mandato scade a metà 2016; considerati i tempi dei procedimenti dinanzi alla Corte costituzionale potrebbe anche riuscire a completarlo.

Qui un buon articolo di Europa sull'argomento.

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