Colpo di scena nelle ultime ore prima del voto delle presidenziali francesi: anche la campagna elettorale di Macron è rimasta vittima di un hackeraggio informatico.
Qui trovate un servizio piuttosto dettagliato della Reuters.
Attenzione: le similitudini con quanto avvenuto durante le presidenziali USA sono solo parziali.
Innanzitutto, Wikileaks non c'entra, o perlomeno, non c'entra direttamente. Nel senso che le informazioni non sono state divulgate dalla piattaforma gestita da Assange, ma sono state pubblicate su un altro sito che consente la condivisione anonima di files. La differenza non è secondaria, perché Wikileaks si fa vanto di condurre verifiche sull'autenticità delle informazioni, prima di pubblicarle.
La cosa singolare è che Wikileaks si sta dando un bel da fare per verificare, ora, se i #Macronleaks - questo è l'hashtag che gira sui social - contengono notizie false. Quale è l'interesse di Assange nell'investire tempo e risorse per verificare notizie divulgate da altri? Chissà.
La Commissione di controllo della campagna elettorale ha reagito in modo truce, sostanzialmente diffidando i media "seri" dal divulgare i "Macron leaks" senza prima aver verificato la veridicità delle notizie (cosa ovviamente impossibile da fare in poche ore).
Molti si chiedono se questo ennesimo attacco hacker è in grado di influenzare l'esito del voto. Assange, che di queste cose se ne intende, da Twitter si mostra scettico: ritiene che sia troppo tardi, è iniziato il silenzio elettorale e gli elettori hanno già maturato le proprio decisioni.
Ma allora, quale è l'obiettivo degli hacker?
Per chi si fa questa domanda, il "sondaggio" lanciato da Wikileaks sul proprio profilo Twitter contiene delle opzioni interessanti: come si dice in inglese, "food for thought".
Nessun commento:
Posta un commento