Tra le varie tappe del viaggio di Trump, attendevo con molta curiosità l'incontro con Papa Francesco.
Secondo la semplificazione dei media, i due sono, attualmente, i massimi esponenti delle due principali e opposte correnti di "pensiero": Trump il nazionalista v. Francesco il mondialista.
Questo secondo i media, ripeto.
Guardando le immagini (soprattutto video), l'impressione è che l'incontro sia andato meglio di quanto la semplificazione mediatica induceva a prevedere.
Notare:
1. il body language di Papa Francesco, molto importante in queste occasioni. Piuttosto sorridente, francamente temevo un brutto broncio.
2. Papa Francesco, prima di chiudersi nello Studio con Trump, mi è parso molto attento a Melania (che è di religione cattolica, tra l'altro). Mi piace pensare che Francesco abbia intuito una cosa che troppi stentano a comprendere: ovvero che, per quanto sembri difficile crederlo dall'esterno, tramite Melania (e non solo tramite Ivanka) si può arrivare all'orecchio - e forse al cuore - di Donald.
3. Unica, ovviamente, la scenografia, e interessante il cerimoniale con le Guardie Svizzere e i Gentiluomini di Sua Santità (che quindi Papa Francesco non ha ancora abolito), ognuno incaricato di fare da "scorta" ad un ospite. Ne risulta un messaggio molto semplice e chiaro per ogni visitatore, incluso il Presidente degli Stati Uniti: i Capi di Stato di questo mondo vanno e vengono, ma ciò che la Città Eterna rappresenta, è appunto eterno.
4. Nessun Gentiluomo di Sua Santità, ovviamente, era incaricato di scortare "football", la valigetta con i codici nucleari che è sempre a portata di mano del Presidente degli Stati Uniti, e che lo seguiva anche questa volta. A trasportarla, in fondo al codazzo, come sempre, un alto graduato dell'aviazione americana. Chissà se qualcuno ha riferito a Papa Francesco di questa inquietante presenza nei Sacri Palazzi.
Guarda le foto dell'incontro su ilpost.it
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