"E' tempo di sbarazzarsi di Trump". Così titola "Der Spiegel" oggi. Considerata l'autorevolezza del settimanale tedesco, è un'affermazione su cui vale la pena soffermarsi.
Cerchiamo, però, di distaccarci dalla polemica più contingente, e di collocarci ad un livello leggermente superiore, al livello, diciamo, della "Storia" con la S maiuscola.
Da lì si gode una panoramica più ampia, ed è più facile capire che è a dir poco supefacente che un giornale tedesco scriva, con tale superficialità, una roba del genere del Presidente degli Stati Uniti.
Tralasciamo il fatto che l'articolo sia infarcito del più ritrito e inconsistente armamentario polemico elaborato dalla propaganda clintoniana nei confronti di Trump. Quello stesso armamentario - tra parentesi - che ha condotto la Clinton ad una sconfitta tanto cocente quanto imprevista, da cui deve ancora riprendersi.
Sorvoliamo anche sul fatto che invocare la "rimozione" di un Presidente legittimamente eletto dopo poco più di quattro mesi dal suo insediamento dimostra il fondamentale disprezzo che certe elites nutrono per le istituzioni democratiche nazionali.
Qualcuno però deve spiegare all'autore dell'articolo che un conto è "togliere di mezzo" un premier italiano (soprattutto se si chiama Berlusconi); ben altra cosa, invece, è "togliere di mezzo" un Presidente degli Stati Uniti.
Anche solo immaginarlo è un esercizio molto pericoloso. E francamente preferisco stare alla larga da persone che si lanciano in questo tipo di speculazioni.
D'altro canto, il contesto in cui si inseriscono intemerate come l'articolo di Der Spiegel è stato tracciato dalla stessa Angela Merkel. La Cancelliera, infuriata per l'esito del G7 (unica tra i partecipanti ad averla presa così male, a dir la verità), ha dichiarato di voler dare al progetto europeo un rinnovato impulso. E fin qui non ci sarebbe nulla di male, se la "molla" di questo nuovo impulso non fosse - e qui sta la novità - non tanto anti-Trump, quanto anti-USA. Se si leggono i commenti di oggi, sembra che, dal punto di vista della Merkel, vi sia stato uno strappo nelle relazioni transatlantiche, e che proprio questo strappo la legittimi a proporsi come leader del progetto europeo.
E' necessario che qualcuno dica chiaramente alla Cancelliera che è giunto il momento di ridimensionare i suoi sogni di gloria.
Un'Europa "anti-USA" non si può fare e non è desiderabile. Non si tratterebbe di "Europa", ma di un club ad egemonia tedesca. Può andar bene per altri, ma personalmente non ne subisco il fascino.
Già una volta Berlino ci ha portato a "sbattere"; sarebbe di gran lunga preferibile evitare il bis, grazie.
Non resta che sperare che in questi giorni in Germania siano un po tutti sotto gli effetti di birra scadente.
Qualora così non fosse, rischiamo di scivolare verso tempi oscuri. O forse li stiamo già vivendo.