Roba da non credere.
All'inizio del libro, l'autore, Michael Wolff, ha inserito una nota in cui precisa di essere consapevole che molte delle sue "fonti" gli hanno mentito, mentre molte altre hanno dato delle versioni totalmente contrastanti tra loro.
Foto di Andrew Dermont - Own work, CC BY 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=65264856
In una situazione del genere, cosa farebbero un autore, e, soprattutto, un editore con un minimo di buon senso? Cestinerebbero il libro. O, quantomeno, cercherebbero altre fonti, altre conferme, prima di pubblicarlo.
E invece no!
Le balle e le contraddizioni sono state inserite allo stesso - volontariamente - per consentire al lettore di "giudicare da solo" se le affermazioni sono vere o meno. Motivazione risibile, perchè è evidente che il lettore, che non ha conoscenza diretta dei fatti, non ha elementi per giudicare se sono avvenuti o meno.
E nel frattempo, "estratti" e "indiscrezioni del libro" hanno già fatto il giro del mondo, ovviamente sprovvisti della sconcertante nota precauzionale dell'autore.
Semplicemente stupendo, no?
Sospetto che la noterella di apertura sia stata consigliata all'autore (e all'editore) dagli avvocati.
Chissà se basterà. Personalmente ne dubito.
Perchè Trump ha messo in pista un vero mastino: Charles Harder, l'avvocato che, per conto di Hulk Hogan, ha fatto fallire il sito Gawker con una causa per violazione della privacy. E che ha costretto il Daily Mail a capitolare in una causa di diffamazione promossa per conto di Melania Trump, diventando così un vero e proprio "spauracchio" dei "giornalisti" (quelli tra virgolette)..
E' facile prevedere che la causa Donald J. Trump v. Michael Wolff diventerà una pietra miliare nella storia giudiziaria Usa.
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