La vicenda di Gerusalemme è un esempio emblematico della principale differenza tra Trump e i suoi predecessori - gli ultimi tre, almeno.
Questi ultimi, come è tipico dei politici di professione, su molti argomenti si sono limitati a fare, durante la campagna elettorale, promesse che poi non hanno mantenuto.
Trump, invece, ha la tendenza a mantenere gli impegni presi.
Attenzione: Clinton, Bush jr, Obama hanno TUTTI promesso di riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele (guardare, per credere, il video sotto).
Ma dopo aver fatto questa promessa, tutti e tre si sono furbescamente avvalsi della clausoletta che consentiva loro di posticipare la decisione presa dal Congresso nel 1995, lasciando così la “patata bollente” al successivo inquilino della Casa Bianca.
Pochi episodi come questo dimostrano la suprema ipocrisia di quei sostenitori di Clinton, Bush jr e Obama che ora accusano Trump di aver commesso, su Gerusalemme, "un errore".
È semplicemente illogico sostenere che ciò che i loro beniamini promisero di fare quando si trattava di assicurarsi la poltrona sia divenuto, nel frattempo, una scelta sbagliata.
Perché ciò implicherebbe una massiccia dose di autocritica, sull’argomento, da parte di Clinton, Bush jr e Obama, che però nessuno, in queste ore, ha sentito, nè da loro, nè dai loro sostenitori.
La realtà, come spesso acccade, è molto più semplice: Trump ha avuto gli attributi di fare ciò che i suoi predecessori (ripetiamo: Clinton, Bush jr, Obama) avevano avuto solo il “coraggio” di promettere.
E molte delle persone che, in Occidente, attualmente lo criticano sono, semplicemente, in mala fede.
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