Quando il Cardinale protodiacono ha annunciato
che il nuovo Papa era il cardinale Bergoglio, in moltissimi (quasi tutti, a
parte gli addetti i lavori), spiazzati, si sono detti: “ma come?”.
Stando al sonoro del sito del Corriere, la
reazione di Piazza san Pietro è stata di sconcerto.
Poi è arrivato lui. Papa Francesco.
Innanzitutto il nome. Francesco. Già, come
San Francesco, il poverello di Assisi, ma anche il rivoluzionario a cui fu
detto: “Francesco, va’ e ripara la mia casa che, come
vedi, è tutta in rovina”. Un nome che è sintesi di spiritualità, di fede, di povertà.
Chissà perché nessun papa, sinora, ha mai scelto il nome di Francesco (san
Francesco è patrono d’Italia, tra parentesi)..
E poi: il primo Papa gesuita della storia (in questo senso,
il primo Papa “nero”). Ergo coltissimo, di ampie vedute (nella Fede), ma anche addestrato
e attrezzato per mettere in riga la Curia romana e per guidare la nave di
Pietro nella bagarre sociale e politica. Un po’ italiano, perché argentino di
origini italiane. Il primo Papa americano, ma del sud. Non giovanissimo.
Quando si è affacciato al balcone della Loggia delle
Benedizioni, la sensazione è stata un po’ scioccante. Insomma, fa sempre effetto
vedere “un altro” vestito da Papa.
Subito è apparso un po’ titubante. La gestualità benedicente è
migliorabile.
Ma poi, in tre parole, ha conquistato il mondo: “Fratelli e sorelle, buonasera”.
Ora, noi italiani non ci rendiamo conto del privilegio che,
in un certo senso, abbiamo: le prime parole del Papa, in quanto vescovo di
Roma, sono in italiano. Tutto il mondo sta guardando verso la Basilica di San
Pietro, e il Papa, di qualunque nazionalità, esordisce in italiano, e il resto
del mondo deve tradurre (tiè).
Grande, ovviamente, era l’attesa per il primo discorso del
Papa. Che è un discorso a braccio, non preparato, molto emozionale. Per questo,
è il discorso che definisce il “tono” del pontificato.
Ebbene, Papa Francesco si è subito sintonizzato con il popolo
di Roma e con il mondo, con poche parole semplici ed alcuni gesti di grande
significato. Anzi, in un certo senso “sconvolgenti”.
L’esordio, innanzitutto, in cui c’è un accenno quasi apocalittico,
seguito da un’immediata rassicurazione.
“Fratelli e sorelle buona
sera. Voi sapete che il dovere del conclave era di dare un vescovo a Roma. Sembra
che i miei fratelli cardinali sono andati a prenderlo quasi alla fine del mondo,
ma siamo qui”.
Incombeva la questione del “Papa emerito”. E Papa Francesco l’ha
affrontata con “disinnescante” semplicità, senza nessun imbarazzo. In sostanza:
Roma ha un “vescovo emerito”, così come accade spesso – quasi sempre - in tutte
le altre diocesi del mondo.
“Vi ringrazio dell’accoglienza. La comunità
diocesana di Roma al suo vescovo, grazie. E prima di tutto vorrei fare una
preghiera per il nostro vescovo emerito Benedetto XVI. Preghiamo tutti insieme
per lui perché il Signore lo benedica e la Madonna lo custodisca”.
E zac, Papa
Francesco ha piazzato lì subito un Pater Ave Gloria, in mondovisione, in prime time. Proprio uno “scherzetto da
prete”, verrebbe da dire. In un minuto, ha costretto a pregare tutti coloro che
erano presenti o sintonizzati, non solo fedeli, ma anche atei e agnostici, e
tutti coloro che stavano guardando per analisi politica o anche solo per mera curiosità.
Nella sua semplicità, “l’attacco” del Padre Nostro è stato un colpo “da maestro”,
nel senso del magistero di Papa Francesco: partire dalla preghiera più
semplice. Impossibile non pensare al famoso passo di Luca: “un
giorno,Gesù si trovava in un luogo a pregare e, quando ebbe finito, uno dei
discepoli gli disse: Signore, insegnaci a Pregare, come anche Giovanni ha
insegnato ai suoi discepoli. Allora Gesù disse: Quando pregate, dite: "Padre, sia santificato il tuo nome…”. Papa Francesco è anche un po' inciampato con l'italiano ("Ave Maria, piena di grazia, il Signore è con ti..."), ma per questo è già simpatico.
Poi, il
“tono”, il “contenuto” del pontificato: fratellanza, amore, fiducia. Evangelizzazione
di Roma, e da Roma. Con un gesto davvero “sconvolgente”. Papa Francesco, vescovo
di Roma, che si china per accogliere la preghiera del popolo di Roma su di lui.
Un gesto sconvolgente, se ci pensiamo. Davvero francescano. A suo modo,
fantascienza. A qualcuno, in Curia, sarà venuto un coccolone.
E adesso incominciamo questo cammino,
vescovo e popolo, questo cammino della chiesa di Roma che è quella che presiede
nella carità tutte le Chiese. Un cammino di fratellanza, di amore, di fiducia
tra noi. Preghiamo sempre per noi, l’uno per l’altro. Preghiamo per tutto il
mondo. Perché ci sia una grande fratellanza. Vi auguro che questo cammino di Chiesa che oggi incominciamo e chi mi
aiuterà è il mio cardinale vicario qui presente sia fruttuoso nell’evangelizzazione
di questa bella città. Adesso vorrei dare la benedizione. Ma prima, prima vi
chiedo un favore. Prima che il vescovo benedica il popolo vi chiedo che voi
pregate il Signore perché mi benedica. La preghiera del popolo chiedendo la
benedizione per il suo Vescovo. Facciamo
in silenzio questa preghiera di voi su me”.
Poi la
benedizione “Urbi et Orbi” e l’indulgenza plenaria a tutti i fedeli presenti, e
a tutti quelli che ricevono la sua benedizione “a mezzo della radio, della televisione, e delle nuove tecnologie di
comunicazione”. Insomma, la prima benedizione con indulgenza plenaria via
internet. In realtà, per tutti, anche per coloro che non erano connessi, come
ha precisato Papa Francesco: “A tutto il
mondo. a tutti gli uomini e donne di buona volontà”. E giù con il latinorum.
E poi
la chiusa finale.
“Fratelli e sorelle, vi lascio, grazie tante
dell’accoglienza. Pregate per me. A presto, ci vediamo presto. Domani voglio
andare a pregare la Madonna perché custodisca tutta Roma. Buona notte e buon
riposo”.
Il messaggio
è chiaro. A letto presto, perché domattina ci si alza presto per lavorare di
lena. Per riparare la Casa. Il tempo stringe. In Curia sono avvisati; secondo
me non tutti, in Vaticano, stanotte dormiranno sonni tranquilli.
1. 25 cose da sapere sul nuovo Papa secondo www.today.it http://www.today.it/cronaca/25-cose-da-sapere-papa-francesco-bergoglio.html
2. Il nuovo Papa si è presentato senza la stola corale simbolo liturgico dell'autorità papale, ma semplicemente vestito di bianco. Il "Vescovo vestito di bianco".
3. La richiesta al Popolo di pregare per chiedere la benedizione del suo Vescovo ha un forste senso di Concilio Vaticano II (il "Popolo di Dio").
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