La domanda è tutt'altro che banale, visto che nel Regno Unito manca un meccanismo codificato di "supplenza" in caso di incapacità del premier.
E poche volte, nella storia britannica, si sono presentati episodi simili di impedimento temporaneo del premier, che possano servire da guida come precedente.
Nel 1953 Churchill ebbe un ictus, ma la cosa venne tenuta segreta anche a molti degli altri ministri (!).
Più di recente, invece, Tony Blair fu operato un paio di volte al cuore quando era in carica, ma si trattò di assenze molto brevi.
Per adesso Boris Johnson ha formalmente nominato come suo "supplente", ma solo in caso di necessità, Dominic Raab, titolare del Foregn Office, il Ministero degli Esteri britannico. Un messaggio inviato soprattutto all'esterno. E formulato in modo da lasciare intendere che in realtà il premier, anche se fisicamente ricoverato, non è completamente impedito nello svolgimento dell'incarico.
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